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venerdì 5 febbraio 2021

Eventi on line Febbraio 2021

 Sabato 6 febbraio ore 17: Maschere,danze e cavalli nei Carnevali di Sardegna


MASCHERE, DANZE E CAVALLI NEI CARNEVALI IN SARDEGNA
Sabato 6 febbraio 2021, h. 17,00
Conversazione in diretta su Facebook alla pagina “Etnodanza”

Arriva il Carnevale, la festa delle feste, il tempo sacro del godimento gioioso e dell’irregolarità augurale.
Ma i complessi rituali festosi quest’anno saranno del tutto repressi dall’epidemia. L’isolamento autoprotettivo, i rischi e le paure ci inducono ad annullare le mascherate processionali, le sfilate di carri, le danze, le rappresentazioni teatrali di piazza.
Proprio in sostituzione di una tradizione negata, noi vogliamo parlare dei tanti aspetti antropologici legati al Carnevale. Il patrimonio carnevalesco popolare in Italia e nel mondo occidentale è un addensato di forme espressive differenziate e spesso somiglianti presso popoli diversi, segno della diffusione di modelli simili riadattati localmente.
Dedichiamo più spazio alle due regioni che più delle altre mantengono vive e sentite le tradizioni carnevalesche, per poi effettuare una ricognizione a volo di uccello delle numerose usanze carnascialesche in Italia.
Dopo la Campania, ci rechiamo idealmente in Sardegna, regione che esprime ancora una particolare affezione alle sue maschere, alle danze che diventano più frequenti, alle corse e alle competizioni equestri.
Così cercheremo di guidare gli ascoltatori fra alcune delle tante tradizioni carnevalesche della regione: i riti di Sant’Antonio Abate, le mascherate, i balli processionali, l’uscita ritmata di mamuthones, boes e merdules, thurpos, mamuthzones, e numerose altre maschere locali. I mascheramenti giocano ruoli e modalità diverse, dal bianco diffuso della domenica al nero luttuoso del martedì grasso e conseguente uccisione del fantoccio del Carnevale, chiamato localmente in modo diverso.
Visiteremo idealmente, attraverso la presenza di diretti testimoni e di studiosi del fenomeno, alcuni carnevali dissacranti, allusivi, provocatorii e liberatorii.
I tanti ingredienti, che compongono i festeggiamenti ripetuti ogni anno del Carnevale, dimostrano quanto le popolazioni soprattutto della parte centrale dell’isola siano legate a questo appuntamento, e la complessità espressiva del cerimoniale.

PARTECIPANO:
𝗚𝗶𝘂𝘀𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗚𝗮𝗹𝗮, Carolina Casaburi, Maria Cristina Benintendi,
Mario Atzori, docente di Antropologia culturale presso l’Università di Sassari, ha svolto numerose ricerche nell’isola su feste, carnevali e argia. Fra i tanti articoli e saggi citiamo qui: “Cavalli e feste. Tradizioni equestri della Sardegna” (1988), “Giostre e spettacoli equestri nei carnevali della Sardegna” (in “Il carnevale in Sardegna” a cura di Diego Carpitella, 1989), “Tradizioni popolari della Sardegna: identità e beni culturali” (1997). E’ stato presidente della Consulta scientifica nazionale fella Federazione Italiana Tradizioni Popolari.
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Cristina Sedda, sindaca di Ovodda, paese che conserva uno dei più caratteristici carnevali tradizionali dell’isola.
 
 
 
 Mercoledì 10 febbraio ore 21.30: triplo incontro su Zoom, con I Cantori di Carpino, I Trillani e i Lumanera. A cura di Roberto D'Agnese.

per partecipare basta inviare un messaggio Whatsapp al 3402829757 con scritto INCONTRI POPOLARI e ogni mercoledì alle 21:30 ti verrà inviato un link ZOOM attraverso il quale potrai partecipare a un meeting e fare domande in videochiamata ai PIÙ GRANDI PERSONAGGI E ARTISTI DELLA MUSICA POPOLARE ITALIANA
 
 



 
 

     

Sabato 13 febbraio ore 17.30: I balli Carnevaleschi in Italia
 
Conversazione in diretta su Facebook alla pagina “Etnodanza”
 
La terza e ultima puntata sarà dedicata specificatamente ai balli carnevaleschi che ancora si sono conservati attivi in Italia. Ne parleremo diffusamente analizzando le varie tipologie: danze processionali, danze a intreccio di archi fiorati, balli del palo intrecciato, balli con fantocci animaleschi, balli a spirale, balli armati, balli della morte, balli osceni, balli evocativi e balli sociali di ampia partecipazione.
Un ventaglio molto variegato di modelli coreutici che spesso compaiono in forma rituale solo a carnevale, periodo il più denso e caratterizzato dalla presenza di danze in tutta la cultura europea e dei paesi dominati nella storia dagli europei.
Argomento dunque molto vasto, stimolante e poco noto nella sua ricca varietà di generi, con esempi video esplicativi.
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ATTENZIONE
Con l’allungarsi delle giornate, spostiamo di mezz’ora più tardi l’inizio della diretta
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Aspettiamo già in anticipo vostri quesiti e curiosità, a cui cercheremo di dare risposte esaurienti, per quanto si possa trattare in 90 minuti di diretta.
Arriva il Carnevale, la festa delle feste, il tempo sacro del godimento gioioso e dell’irregolarità augurale.
Ma i complessi rituali festosi quest’anno saranno del tutto repressi dall’epidemia. L’isolamento autoprotettivo, i rischi e le paure ci inducono ad annullare le mascherate processionali, le sfilate di carri, le danze, le rappresentazioni teatrali di piazza.
Proprio in sostituzione di una tradizione negata, noi vogliamo parlare dei tanti aspetti antropologici legati al Carnevale. Il patrimonio carnevalesco popolare in Italia e nel mondo occidentale è un addensato di forme espressive differenziate e spesso somiglianti presso popoli diversi, segno della diffusione di modelli simili riadattati localmente.
Partecipano: Giuseppe Michele Gala,Carolina Casaburi,Maria Cristina Benintendi, 
 
 
Martedì 16 febbraio ore 21:I martedì con l'ospite: Canti e suoni della tradizione di San Giovanni Rotondo e del Gargano
Questa sera viene a trovarci Pio Gravina, un garganico di San Giovanni Rotondo. Nel panorama pugliese sicuramente molti conoscono la musica salentina. Ma le Puglie sono tante e diverse tra di loro, anche nella tradizione musicale... Sarà quindi un'occasione particolare per scoprire la tradizione del canto orale del Gargano e dei suoi strumenti musicali (chitarra battente, tamburo, nacchere, tamburo a frizione, mortaio di bronzo, ecc.).
Ci faremo raccontare del suo percorso di ricercatore, da inizi anni duemila a oggi a partire dalle ricerche nel suo luogo di origine.
Questa iniziativa rientra nelle attività di formazione a distanza dell'associazione passamontagne www.passamontagne.org
Una registrazione dell'incontro sarà disponibile sul nostro sito.
Per ricevere il link alla piattaforma zoom scrivere a passamontagne@gmail.com
Pio Gravina dal 2004 ha iniziato un’intensa attività di documentazione di canti, storie e musiche tradizionali, alla ricerca di anziani cantori del proprio paese. Unitamente a questo si è dedicato al recupero dell’artigianato tipico in tutte le sue forme.
Ha ideato e realizzato dal 2004 al 2007 la manifestazione estiva “Cala la Sera nelle vie del centro” dedicata ai canti e ai suoni di tradizione. La manifestazione, che si svolgeva all’interno del centro storico di San Giovanni Rotondo, consisteva nel portare le voci degli anziani in piazza, per strada, tra la popolazione.
Ha ideato e realizzato dal 2007 “Progetto Cala la Sera”, un progetto musicale che portava in giro gli anziani cantori e riprende le originali sonorità del proprio territorio. L’esordio del progetto è avvenuta al Carpino Folk Festival 2007 con la partecipazione straordinaria di Francesco Crisetti (cantore sangiovannese che all’epoca aveva 99 anni) e Salvatore Russo (altro anziano cantore). E’ possibile ascoltare alcuni brani sulla pagina dedicata: progettocalalasera/myspace.it. da questo lavoro è stato pubblicato un CD musicale.
Nel 2008 e nel 2010, con Enrico Noviello e Paolo Modugno ha fatto due campagne di registrazioni, una a San Giovanni Rotondo e un’altra, in collaborazione con il Carpino Folk Festival a Carpino, pubblicando il CD musicale “Canti e suoni della tradizione di Carpino”.
Nel 2009 ha partecipato all’inaugurazione dell’Archivio Sonoro della Puglia, nel 2010 ha partecipato nuovamente all’anniversario dell’inaugurazione con il gruppo “Malicanti” con cui tutt’oggi collabora e suona in giro per l’Italia.

Venerdì 19 febbraio ore 19: Blue European Festival ospite Mauro Durante (Canzoniere Grecanico Salentino) , in diretta sulla pagina Facebook del Blue European Festival (https://www.facebook.com/blueuropeanfestival/)



 Sabato 20 febbraio ore 17:30 : Danza,Satira,Evasione e Sogno nei riti Carnascialeschi
Sabato 20 febbraio 2021, h. 17,30
Conversazione in diretta su Facebook alla pagina “Etnodanza”

Ancora una puntata dedicata al magico mondo del carnevale tradizionale.
Questo cerimonia collettiva che si celebra ogni anno in molte tradizioni occidentali rivela la grande resistenza del Carnevale anche nell’era della globalizzazione di massa. Cercheremo di inividuare quali ragioni sostengono e vivificano una tradizione plurisecolare che trova le sue origini nel profondo Medioevo (se non addirittura nei Saturnalia latini). Possiamo comprendere di più questo rituale che si muove fra sacro e profano, fra dissacrazione e comunque ritualizzazione delle espressioni comunitarie andando a indagare in quei carnevali conservativi che sono giunti sino a noi.
La danza nel Carnevale è uno degli ingredienti più importanti, ma che si intreccia con il gusto dell’ironia e dello scherzo, con il ribaltamento dei ruoli e la ricerca del mondo che non c’è, quasi a voler realizzare in pochi giorni la rappresentazione di una società utopica del benessere condiviso.
Ne parleremo diffusamente analizzando le varie tipologie: danze processionali, danze a intreccio di archi fiorati, balli del palo intrecciato, balli con fantocci animaleschi, balli a spirale, balli armati, balli della morte, balli osceni, balli evocativi e balli sociali di ampia partecipazione, vedendo quelle sequenze che per problemi tecnici non abbiamo potuto far visionare nella scorsa puntata.
Un ventaglio molto variegato di modelli coreutici che spesso compaiono in forma rituale solo a carnevale, periodo il più denso e caratterizzato dalla presenza di danze in tutta la cultura europea e dei paesi dominati nella storia dagli europei.
Argomento dunque molto vasto, stimolante e poco noto nella sua ricca varietà di generi, con esempi video esplicativi.
Sabato 27 Febbraio ore 14: Mascheras
 

Nell’ambito del progetto “Distanti ma uniti. Casa Sardegna on line” il circolo Grazie Deledda di Ciampino, con la collaborazione dei circoli che aderiscono al progetto "Distanti ma uniti. Casa Sardegna on line", presenta Sabato 27 febbraio ore 14.00 (Italia) ore 20.00 (Cina) ore 21.00 (Giappone) ore 23.00(Brisbane)ore 10,00(Argentina) ore 08.00 (Quebec e Michigan) l’evento
“MASCHERAS”
Quando indossare una maschera non è folklore ma pura identità di appartenenza di un popolo
Un viaggio tra i carnevali di Sardegna attraverso le testimonianze foto e video. Ci troveremo immersi nei carnevali di : Fonni,Lula, Orotelli,Mamoiada,Ottana Sorgono e Ula Tirso
Introduce Giuliano Marongiu, Presentatore TV
“MASCHERAS”nino Marras del gruppo “Is Arestes e S’Urtzu Pretistu" di Sorgono
Sarà possibile seguire l’evento sulla piattaforma Facebook del gruppo “Distanti ma uniti. Casa Sardegna on line” e sulla piattaforma della TV Ajò Noas.
 
 Sabato 27 febbraio ore 17.30:Saltarello e altre danze popolari nelle Marche e in Umbria
Per il 20° appuntamento in diretta con le conversazioni sui balli tradizionali continuiamo il viaggio lungo la nostra penisola dirigendoci verso le Marche, regione che faceva parte dell’ex Stato della Chiesa insieme all'Abruzzo.
Rientriamo così nel mondo del saltarello, danza predominante di queste due regioni e che possiedono tracce abbastanza simili dell’ampia famiglia di questo ballo.
Certo quando, a partire dal lontano 1979, l’antropologo della danza, Pino Gala, ha iniziato a indagare e documentare lo stato di conservazione del saltarello in queste regioni, si era trovato di fronte anziani ancora in grado di eseguire suonate e balli nei modi appresi da giovani nei decenni anteriori alla seconda guerra mondiale, quando la cultura contadina non aveva vissuto le profonde trasformazioni della guerra e del dopoguerra, delle migrazioni e dell’industrializzazione successive.
Ma già dagli anni ’80 del secolo scorso si percepiva un progressivo e inarrestabile declino dell’uso festivo dei balli antichi di carattere locale. L’Umbria, in modo particolare, risentiva particolarmente di questa dispersione, tant’è che solo in pochi paesi è stato possibile osservare esecuzioni affidabili. Nelle Marche la situazione era già più confortante: vi erano alcuni paesi che avevano mantenuto la conoscenza tecnica delle danze, ma scomparse nel frattempo ben due generazioni, oggi lo stato di conservazione del patrimonio è molto preoccupante.
Le pratiche espressive tradizionali, che cadenzavano il ciclo annuale della vita contadina e il ciclo esistenziale della vita delle persone, hanno seguito le trasformazioni della vita reale delle comunità di queste regioni. Nuovi modelli di vita, nuovi bisogni e quindi nuove danze si sono succedute: i balli contadini hanno smesso di esistere o sono stati profondamente trasformati anche dai fenomeni del folklorismo spettacolare e delle nuove tendenze di esterofilia e di riproposizione folk.
Il panorama etnocoreutico delle due regioni era molto ricco e variegato: oltre ai diversi saltarelli, si praticavano - a seconda delle zone - furlane, manfrine, paroncine, balli della sala, sciotis, tresconi, balli dei gobbi, ballinsei, ecc. ecc.
La puntata vedrà un raffronto fra studiosi di danze etniche, depositari diretti della tradizione e giovani appassionati di danza popolare. Insieme faranno il punto della situazione.
L’incontro sarà arricchito da canti e musiche da ballo eseguiti in diretta e da video di balli.
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Con questa puntata terminerà la modalità della lezione del sabato in diretta e in chiaro su Facebook, e passeremo a due modalità diverse:
- lezione gratuita quindicinale del mercoledì sera, con compresenza diretta dei partecipanti su piattaforma Google Meet (per la quale occorre prenotarsi entro il giorno precedente, ricevere un link di accesso ed entrare visivamente nell’aula virtuale)
- brevi “fiori” di folklore - a cadenza quindicinale - con trasmissioni registrate su argomenti circoscritti e postati sempre su Facebook alla pagina di Etnodanza. Chiunque potrà esporre commenti e quesiti postumi.
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PARTECIPANO:
𝗚𝗶𝘂𝘀𝗲𝗽𝗽𝗲 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗚𝗮𝗹𝗮, di origine pugliese, laureato in Storia dello Spettacolo a Firenze, ha conseguito il Dottorato di Ricerca all’Università di Sassari con tesi sull’Etnocoreologia italiana e nel 2013 l’abilitazione nazionale come docente di seconda fascia di Antropologia Culturale. Professore di Lettere presso il Liceo Artistico di Firenze, ha anche insegnato presso le università di Firenze (Storia delle tradizioni popolari) e Prato (Laboratorio di Antropologia Culturale) e dal 2001 al 2004 nel corso di Etnomusicologia del Conservatorio “Pollini” di Padova. Effettua da oltre 40 anni intense ricerche etnografiche in tutte le regioni italiane e in Spagna. Nel 1987 ha fondato l'Ass. Cult. Taranta di Firenze e l'Archivio di Documentazione Etnocoreutica; nel 1990 ha fondato e diretto “Choreola”, la rivista di studi sulla danza popolare italiana la collana discografica “Ethnica”, curandone direttamente la pubblicazione di 23 cd. Dal 1984 organizza e dirige la rassegna didattica Estadanza. Dal 1996 è il responsabile nazionale del Settore Danze Etniche della UISP Lega Danza. Dal 2002 è membro della Consulta scientifica nazionale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari. Ha pubblicato numerosi saggi e articoli sui balli, feste e canti tradizionali,. Tiene corsi didattici di danza in numerose città italiane, oltre che negli Stati Uniti, in Francia, Portogallo e Spagna.
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𝗖𝗮𝗿𝗼𝗹𝗶𝗻𝗮 𝗖𝗮𝘀𝗮𝗯𝘂𝗿𝗶 si diploma in danza classica e moderna all'età di 18 anni. Prosegue la sua formazione coreutica a Napoli negli anni universitari presso la scuola Movimento Danza e si laurea in lingua inglese e tedesca con una tesi sul teatro danza di Pina Bausch.
Nel 2012 inizia ad appassionarsi alla tradizione popolare e agli studi antropologici sul sud Italia. In quegli anni prende lezioni di canto e collabora in come cantante e ballerina nell'orchestra popolare Kanticantìca, attiva nel Sannio, nel Molise, in Irpinia e nel basso Lazio. Dal 2015 approfondisce lo studio delle danze popolari con l'insegnante M. Grazia Altieri, continuando a danzare in numerose iniziative culturali e spettacoli.
Partecipa per tre anni come ballerina alla 'Notte della Tammorra' a Napoli e a Ravello, collabora come danzatrice per diversi progetti musicali e per la realizzazione di video promozionali. Nel 2020 consegue un attestato di approfondimento dell'insegnamento delle tecniche della modern dance.
Dal 2015 è componente della Paranza di Romeo Barbaro in qualità di danzatrice.
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Maria Cristina Benintendi è un'imprenditrice con esperienza decennale nel campo dell'automotive. Conduttrice e presentatrice televisiva, ha scritto e ideato il programma tv "Meeting", un salotto televisivo dedicato a cultura e società da lei condotto.
Sta svolgendo il percorso per l'iscrizione all'albo dei giornalisti pubblicisti.
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Canti e musiche della Val di Chienti:
Domenico Ciccioli, cantatore ed esecutore tradizionale.
Massimo Zafrani, suonatore tradizionale di organetto
Monia e la famiglia Scocco
𝙎𝙖𝙧𝙖̀ 𝙪𝙣 𝙥𝙞𝙖𝙘𝙚𝙫𝙤𝙡𝙚 𝙚𝙙 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙚𝙨𝙨𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙢𝙤𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙖𝙥𝙥𝙧𝙤𝙛𝙤𝙣𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙘𝙪𝙡𝙩𝙪𝙧𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙣𝙩𝙚 𝙞𝙡 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙥𝙤𝙩𝙧𝙚𝙩𝙚 𝙥𝙤𝙧𝙧𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙚 𝙡𝙚 𝙫𝙤𝙨𝙩𝙧𝙚 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙙𝙚 𝙤𝙥𝙥𝙪𝙧𝙚 𝙥𝙤𝙩𝙚𝙩𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙖𝙩𝙩𝙖𝙧𝙘𝙞 𝙥𝙚𝙧 𝙞𝙣𝙫𝙞𝙖𝙧𝙡𝙚 𝙞𝙣 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞𝙥𝙤. Saremo a disposizione nell’esaudire le vostre curiosità!
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𝗩𝗜 𝗔𝗦𝗣𝗘𝗧𝗧𝗜𝗔𝗠𝗢 𝗦𝗔𝗕𝗔𝗧𝗢 27 FEBBRAIO 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝟭𝟳:3𝟬 𝗜𝗡 𝗗𝗜𝗥𝗘𝗧𝗧𝗔 𝗦𝗨𝗟𝗟𝗔 𝗣𝗔𝗚𝗜𝗡𝗔 𝗙𝗔𝗖𝗘𝗕𝗢𝗢𝗞 '𝗘𝗧𝗡𝗢𝗗𝗔𝗡𝗭𝗔':
https://www.facebook.com/Etnodanza-105205981345848
 

 
 
 
 
 

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