Stage di Saltarello di Amatrice e Spallata di schiavi d'Abruzzo a cura di Alessandro Calabrese e Cristina Falasca
L'associazione culturale Magnagrecia Viva
vi invita a partecipare ad un altro incontro di approfondimento sulla musica popolare del centro-sud Italia presso il Caos, Viale Luigi Campofregoso 42, Terni
Dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Info e prenotazioni datri.marta@gmail.com
Marta 3891718617
SALTARELLO AMATRICIANO
Ballo di coppia, uomo/donna. La caratteristica principale che
differenzia il Saltarello (Sardarella è il nome dialettale) dagli altri
balli popolari, è la postura del corpo, rigida e ferma sul tronco tranne
la figura finale chiamata “girata o struscio” la coppia compie due o
tre giri ma senza girare sul proprio asse di ballo. Le prime tre figure
del ballo sono il “il passo d'invito” segue il
“passo base”che è una sorta di pedalata al contrario, e lo “spuntapiè”,
che precede la “girata”, un solo piede avanza ritmicamente mentre
l'altro rimane sul posto alternano le battute. Nelle prime tre figure
vige l'alternanza dei piedi a terra e in aria con simultanea frequenza
ritmica scandita dalla “Ciaramella Amatriciana” o dall'Organetto
diatonico a due bassi, entrambi gli strumenti sono sempre accompagnati
dal tipico“Tamburrello”, tamburo a cornice con sonaglie dal diametro
medio di 30/35 cm. Oggi come nel tempo passato, il Saltarello accompagna
qualsivoglia evento, che siauna festa privata di famiglia o la festa
del paese. Lo schema di ballo è rappresentato da coppie che si
alternano, una alla volta all'interno di un cerchio di persone, trattasi
anche di ballo di corteggiamento, spesso durante il ballo avviene “la
cacciata”, una donna oppure un uomo entrando all'interno della coppia fa
uscire l'uno o l'altra, proseguendo il ballo riprendendolo dall'inizio,
finchè non si arriva alla “girata” è possibile che questo tipo di
scambio avvenga, per lo più a titolo di sfida tra i danzatori/ci, sfida
rivaleggiante, di corte, o più spesso scherzosa ma anche in presenza di
una coppia donna/donna in modo da ristabilire la “regola”. Se suonata
con l'Organetto la coppia può anche tenersi con ambedue le mani tenendo
le braccia larghe, se suonata con la Ciaramella non è corretto il
contatto fisico. La Ciaramella è uno strumento molto più antico
dell'organetto, nei tempi passati non era di buon gusto il contatto fra i
danzatori.
LA SPALLATA DI SCHIAVI D'ABRUZZO
La Spallata è
una danza di sfida e di corteggiamento diffusa nell’Italia centro
meridionale ed in particolare tocca le regioni di: Abruzzo, Molise e
Campania, in un vasto territorio che all’epoca era abitato dal popolo
dei Sanniti. La Spallata di Schiavi di Abruzzo nel Chietino ai confini
con il Molise, un tempo era usata come esercizio per il combattimento
tra i Sanniti insediatisi nell'omonimo paese e l'esercito Romano.Da
ormai diverso tempo è una danza legata ai riti propiziatori come
auspicio per un fertile e felice matrimonio anche se ballata in tanti
altri contesti, legati all’ambito familiare.E’ caratterizzata da colpi
dati con i fianchi e con il piede a terra interno alla coppia. Di solito
è preceduta dalla figura della Castellana, una sola coppia compie dei
giri quasi a disegnare un ovale senza girare sul proprio asse di ballo. A
seguire un’altra coppia chiede “il permesso” per poter entrare nel
ballo.Nei movimenti rappresenta un fronteggiarsi, come per voler
respingere il nemico, da qui “la spallata”, mentre il colpo sul fianco,
simultaneamente alla battuta del piede a terra, si ipotizza, essere
l’affermazione dell’uomo della propria virilità e fertilità all’interno
della coppia e del contesto sociale.La danza della Spallata vede
coinvolti dai 4 ai 12 ballerini, per un totale di 2 o 6 coppie. Durante
il ballo, vengono cantati dei “comandi” in dialetto abruzzese che
permettono di eseguire delle varianti. Il comando veniva altresì usato
per corteggiare la propria dama o per raccontare i pettegolezzi del
paese.
Unico strumento usato per accompagnare la Spallata di
Schiavi di Abruzzo è l’organetto senza nessun altro suono all’infuori
dei colpi scanditi dal battito del piede a terra!!
I laboratori saranno condotti da ALESSANDRO CALABRESE...
Originario dell'Alta Valle del Velino nel comprensorio dell'alta Sabina
al confine con Marche, Abruzzo e Umbria. Sin da adolescente ho
acquisito spontaneamente i suoni ed i balli della tradizione popolare
che si tramandano da generazioni nella mia terra d'origine.
Gli strumenti suonati sono la Batteria, Organetto Diatonico ed il Tamburo a Cornice.
Nel tempo ho avuto modo di conoscere tutto il panorama musicale popolare del centro-sud Italia.
Dal 1976 e più attivamente dal 2005 suono con vari gruppi del genere
popolare, con molteplici esibizioni pubbliche, 4 televisive. Essendo
della tradizione d'origine, il Saltarello Amatriciano appreso dall'età
adolescenziale, è ballo che insegno, stage effettuati a Spoltore (Pe),
Cave (Rm), Centro di Iniziativa Popolare (quartiere Alessandrino di
Roma) Casa della Pace (Testaccio Roma) Circolo Arci Arcobaleno (
Garbatella,
Roma) e presso molte associazioni culturali del Lazio
ed Abruzzo. Nell'Alta Valle del Velino, più precisamente a Bacugno (Ri)
origina anche il Canto a Braccio, a terzina, quartina su organetto e
zampogna, ed Ottavarima, che ho iniziando a praticare nel 1985 seguendo
gli insegnamenti di mio padre e dei cantori (detti Poeti) della zona.
Attualmente faccio parte della Piccola Orchestra di Musica Popolare
Canto D'Inizio di Roma, nel ruolo di Organettista.
e CRISTINA FALASCA
Originaria di Schiavi D'Abruzzo, paese posizionato sulla cima di una
montagna al confine con il Molise, da cui non si è mai distaccata, il
ballo ed i canti popolari del posto hanno conquistato il suo cuore sin
da bambina, la passione per le tradizioni popolari hanno fatto di lei
una delle migliori insegnanti della Spallata di Schiavi D'Abruzzo, oltre
che possedere una bellissima voce che le consente di interpretare al
meglio i canti tradizionali. Dal 2000 fa parte del gruppo di ricerca
danze popolari “Lo Scacciapensieri”, tenendo Stage di ballo sia a Roma
che in altre regioni d'Italia, con ad alcune apparizioni televisive nel
2009 unitamente al suo gruppo di ricerca.
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